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Santi del 26 Febbraio

Il mio Santo > I Santi di Febbraio

*Sant'Agricola di Nevers - Vescovo (26 febbraio)

Etimologia: Agricola = agricoltore, dal latino
Martirologio Romano: A Nevers nell’antica Neustria, ora in Francia, Sant’Agricola, Vescovo.  
Prima della sua assunzione al seggio episcopale di Nevers, sarebbe stato conte di questa città, sotto il re Gontrano.
Il suo episcopato è collocato tra l'anno 570, data in cui il suo predecessore assisteva ad un concilio, e l'anno 614, in cui si incontra il suo immediato o secondo successore.
Una tradizione fissa nell'anno 594 la data della sua morte. Si può rilevare la sua presenza nei concili di Macon (581), Lione (583) e Macon (585).
Quando il monastero di Santa Croce di Poitiers fu sconvolto dalle agitazioni di Basino e Crodildo, nel 590, Agricola fu uno dei vescovi incaricati dell'inchiesta canonica e si pronunziò per la scomunica dei religiosi che erano fuggiti.
Venanzio Fortunato indirizza un poema ad un certo Agricola, che sarebbe stato suo condiscepolo, ma nulla permette di affermare l'identità con il nostro Santo. Agricola morì il 26 febbraio, forse nel 594. La chiesa dove egli fu sepolto prese il suo nome.
Le sue reliquie furono profanate nel 1791, ma una parte di esse fu trasferita a Nolay (Nièvre).
Un sarcofago visto ancora da Mgr Crosnier nel 1858 è considerato come quello di Sant'Agricola.  Questo santo è invocato specialmente in tempi di disgrazie. La sua festa si celebra a Nevers il 26 febbraio.
(Autore: Jean-Pierre Vandamme - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sant'Agricola di Nevers, pregate per noi.

*Sant'Alessandro di Alessandria - Patriarca (26 febbraio)

250 - 328
Eletto Patriarca d’Alessandria d’Egitto, rinnovò il clero scegliendo uomini di provata rettitudine e costruì la grande Chiesa di S. Theonas.
Lottò contro Ario dopo aver tentato di convincerlo paternamente. La sua vita e la fermezza con cui condusse la lotta contro l’arianesimo sono tuttora testimonianza del suo senso di giustizia, della sua forza spirituale e della sua integrità morale.
Patronato: Patrono di Bergamo
Etimologia: Alessandro = protettore di uomini, dal greco
Martirologio Romano: Commemorazione di Sant’Alessandro, Vescovo: anziano glorioso e dal fervido zelo per la fede, divenuto dopo San Pietro capo della Chiesa di Alessandria, separò dalla comunione ecclesiale il suo sacerdote Ario, pervertito dalla sua insana eresia e confutato dalla verità divina, che egli poi condannò quando entrò a far parte dei trecentodiciotto Padri del Concilio di Nicea I.
Tra i numerosi santi con questo nome, il patriarca Alessandro, nato verso il 250, merita un posto di primissimo piano nell'elenco dei grandi campioni della fede, essendo stato uno dei protagonisti nella lotta all'eresia ariana.
Uomo di profonda cultura unita a zelo e bontà, Alessandro fu eletto nel 313 alla importante sede patriarcale di Alessandria d'Egitto. Pare che lo stesso Ario, ordinato sacerdote dal predecessore S. Achilla forse dietro indicazione di Alessandro, sia stato tra i promotori della sua elezione.
Il sessantenne patriarca rivolse le prime cure alla formazione e alla scelta dei chierici tra uomini di comprovata virtù e diede inizio alla costruzione della chiesa di S. Theonas, la più grande della città. Ma il suo nome resterà legato alla edificazione di quel grande baluardo della ortodossia, costruito per sua iniziativa, al primo concilio ecumenico di Nicea, contro il dilagare di un
concentrato di eresie propagate da uno dei suoi sacerdoti, Ario, un vero precursore dei moderni metodi pubblicitari.
Per diffondere le sue teorie (l'incomunicabilità di Dio alle creature, la posizione subordinata e intermediaria di Cristo tra Dio e il mondo, quindi la negazione della consustanzialità del Figlio col Padre), Ario ricorse infatti perfino alle canzoni, che il popolo cantava senza rendersi conto degli errori dottrinali che vi si celavano. Alessandro cercò di riportarlo all'ovile con dolcezza e paternamente, ma, visto inutile ogni tentativo, il Santo patriarca convocò un sinodo di vescovi, durante il quale le tesi di Ario vennero esaminate e respinte.
Ario non si sottomise e riparò in Palestina, dove ebbe modo di farsi accogliere come perseguitato e cercò di screditare Alessandro.
Nella controversia si inserì lo stesso imperatore Costantino, il quale, poco esperto in questioni teologiche, finì per dare un colpo alla botte e uno al cerchio: Alessandro e Ario ebbero in uguale misura severi richiami all'ordine. La disputa non poteva finire così e allora Costantino, per le stesse insistenza di Alessandro, convocò il concilio a Nicea di Bitinia.
In questa prima grande assise ecumenica troviamo accanto all'anziano e malato Alessandro il suo battagliero diacono Atanasio, che gli succederà nella sede episcopale e porterà a fondo la lotta all'eresia ariana. Alessandro venne accolto trionfalmente al suo ritorno ad Alessandria, dove si rimise al lavoro per sanare le ferite prodotte dallo scisma. La morte lo colse cinque mesi più tardi. La data è incerta: quella del 26 febbraio del 328 è suffragata da maggiori testimonianze.
(Autore: Piero Bargellini - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sant'Alessandro di Alessandria, pregate per noi.

*Sant'Andrea di Firenze - Vescovo (26 febbraio

sec. IX
Martirologio Romano:
A Firenze, Sant’Andrea, Vescovo.
E' commemorato il 26 febbraio nel Martirologio Romano, introdottovi dal Baronio. Scrittori e agiografi attestano concordemente che era venerato a Firenze, ma che non si conosce alcuna notizia né della sua vita, né del tempo in cui visse.
Secondo notizie tardive Andrea sarebbe vissuto nel sec. V ed avrebbe curato la traslazione del corpo del predecessore Zenobio dalla cattedrale suburbana di San Lorenzo alla cattedrale di Santa Reparata.
Ma la traslazione delle reliquie di San Zenobio non poté avvenire prima del sec. IX, data dell'erezione della nuova cattedrale intra muros.
Quindi Andrea visse negli ultimi anni di questo secolo o nei primi del successivo.
(Autore: Benvenuto Matteucci - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sant'Andrea di Firenze, pregate per noi.

*San Dionigi di Augusta - Vescovo (26 febbraio)
Etimologia: Dionigi = consacrato a Dioniso (è il dio Bacco)
Emblema: Bastone pastorale
Visse forse nel III o IV secolo. Secondo gli Acta di Sant'Afra (fine sec. VIII) fu zio di questa e sarebbe stato battezzato e ordinato Vescovo di Augusta da Narcisso, Vescovo di Gerona.
Le circostanze della morte, datagli sul rogo o con la decapitazione durante la persecuzione di Diocleziano, sono leggendarie.
Qualcuno lo ha confuso con Zosimo, primo Vescovo della città. Al principio del sec. XII furono scoperte, nella chiesa di Sant’ Ulrico, delle reliquie, che furono considerate come sue.
Secondo una disposizione di Papa Alessandro IV esse ebbero una traslazione nel 1258, il 26 febbraio, giorno nel quale Dionigi è ricordato.
(Autore: Ludwig Falkenstein - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Dionigi di Augusta, pregate per noi.    

*San Faustiniano - Vescovo di Bologna (26 febbraio)

Bologna, IV secolo
Secondo Vescovo di Bologna. Con le sue predicazioni, fortificò e fece fiorire la Chiesa oppressa dalle persecuzioni.
Etimologia: Faustiniano = (come Fausto) propizio, favorevole, dal latino
Emblema: Palma
Martirologio Romano: A Bologna, San Faustiniano, Vescovo, che rafforzò e fece crescere con la parola della predicazione la Chiesa oppressa dalla persecuzione.
San Faustiniano, secondo la più antica lista dei Vescovi dell’Archidiocesi di Bologna, cioè il cosiddetto
“Elenco renano” precedente al secolo XIV, è posto al secondo posto; questa notizia è confortata anche da un’iscrizione a caratteri gotici, anteriore al 1494, dove si legge che San Zama fu il primo vescovo e San Faustiniano il secondo.
Secondo alcuni studiosi egli sarebbe da identificare con il “Faustinus” vescovo, citato da Sant’ Atanasio vescovo di Alessandria, nella sua “Apologia contra Arianos”, in un elenco di vescovi italiani partecipanti al Concilio di Sardica (antico nome di Sofia in Bulgaria), nel 343.
L’ipotesi è accettabile in quanto questi vescovi in buona parte erano del litorale adriatico, e nell’elenco non è indicato per nessuno la città di cui erano vescovi, poi nell’antichità era abbastanza comune creare diminutivi dei nomi
(Faustus = Faustinus = Faustinianus).
Se tutto ciò fa stabilire che San Faustiniano era in carica nel 343, fa risultare come non plausibile, l’antica tradizione bolognese che dice, che durante la persecuzione di Diocleziano, morto nel 313, San Faustiniano avrebbe divulgato la fede in Bologna; le date non corrispondono, anche perché la sede episcopale di Bologna non sembra essere sorta prima del secolo IV.
Il culto per il santo vescovo iniziò solo dopo il secolo XII; nel 1586 ad opera del Cardinale Gabriele Paleotti, le reliquie furono trasferite nella cattedrale; la sua celebrazione è al 26 febbraio.
(Autore: Antonio Borrelli - Fonter: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Faustiniano, pregate per noi.      

*San Flaviano I di Como - Vescovo (26 febbraio)
VI sec.

San Flaviano I è il decimo vescovo di Como. Nella cronotassi dei vescovi, figura dopo Sant’Eupilio e prima di San Prospero.
Il suo governo della diocesi s’ipotizza sia durato dodici anni, e si possa datare tra il 553 e il 565.
Il suo corpo insieme a quello di altri santi vescovi della diocesi fu scoperto nel 1587, in una tomba nel presbiterio della basilica di Sant’Abbondio.
In quel periodo ci fu la ristrutturazione della basilica voluta dal cardinale Tolomeo Gallio, che alla scoperta dei corpi santi, che "ordinò la memoria in priori loci".
Su di lui è rimasto un elogio scritto dal P. Tatti nel suo testo del 1675, "Sanctuarium seu Martyrologium Sanctae Novocomensis Ecclesiae"
La sua festa si celebra il 26 febbraio, data presunta della sua morte.

(Autore: Mauro Bonato – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Flaviani I di Como, pregate per noi.
     

*Sant'Ilario di Magonza - Vescovo (26 febbraio)
É una figura discussa; nel Proprio della Diocesi di Magonza al 26 febbraio è nominato un Ilario che sarebbe stato vescovo di quella città al tempo dell'imperatore Antonino Pio (138-161) ed avrebbe subito il martirio verso il 158.
Questa asserzione si basa su di un tardivo elenco di quaranta vescovi di Magonza, fino a San Bonifacio, ritenuto genuino dal Gams e perciò accolto nella sua Series episcoporum Eccl. Cath. (p. 288).
Ma già nel 1871 lo studioso F. Falk provò, nel suo lavoro sui Cataloghi dei Vescovi pre-bonifaciani di Magonza, che solo l'elenco più antico, contenente dieci nomi, era veritiero, e in questo elenco Ilario non era nominato.
Anche nell'indagine più recente di E. Ewig solo l'elenco piú antico dei vescovi è riconosciuto autentico.
Esisteva invece, nella cosiddetta valle sacra, a Sud-Ovest di Magonza, ca. sul posto dell'attuale cimitero, una chiesa dedicata a un Sant'Ilario, la cui esistenza è attestata già in tempi molto antichi.
In essa furono sepolti i primi Vescovi di Magonza, trasferiti poi, nel sec. XI, alla chiesa di Sant' Albano.
Da questo fatto potrebbe essere nata l'opinione che il titolare della chiesa fosse un vescovo di Magonza, opinione, a giudizio di specialisti di storia della città, destituita di ogni fondamento.
Un Vescovo Ilario di Magonza, quindi, non è mai esistito.
(Autore: Johannes Baur - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Sant'Ilario di Magonza, pregate per noi.

*Santa Paola di San Giuseppe di Calasanzio (Paola Montal y Fornes) - Fondatrice delle Figlie di Maria (26 febbraio)
Arenys de Mar, Barcellona, Spagna, 11 ottobre 1799 - Olesa di Montserrat, 26 febbraio 1889
Il suo motto era «Piedad y letras». Il nome da religiosa di questa Santa spagnola fu Paola di san Giuseppe Calasanzio. L'incontro con il carisma degli Scolopi, nel 1837, diede infatti una svolta alla sua attività di educatrice, che già aveva fondato due scuole: a Figueras (Gerona) e ad Arenys de Mar (Barcellona), dove era nata nel 1799.
A Sabadell (Barcellona) questi istituti confluirono nelle Scuole Pie. Nel 1847 fece la professione religiosa come Figlia di Maria Scolopia insieme a tre compagne.
Con la nuova congregazione fondò molte opere. L'ultima a Olesa di Montserrat, dove morì nel 1889. (Avvenire)
Martirologio Romano: A Olésa di Montserrat vicino a Barcellona in Spagna, santa Paola di San Giuseppe Calasanzio Montal y Fornés, vergine, fondatrice della Congregazione delle Figlie di Maria delle Scuole Pie.
La vita di Paula Montal Fornés di San Giuseppe Calasanzio, feconda e profetica, quasi centenaria, si svolse in un contesto storico ampio (1799-1889), un periodo di crisi dell'agitato XIX secolo spagnolo, che si dibatteva tra i postulati dell'Antico Regime e le nuove correnti liberali, con ripercussioni socio-politiche, culturali e religiose assai note.
Quattro furono le città specialmente rappresentative nella sua vita, ben radicata nella sua terra e nel suo ambiente storico:
Ad Arenys de Mar (Barcellona), visse la sua infanzia e la sua gioventù (1799-1829). Città della costa, aperta sul mare, cosmopolita ed industriale, lì nacque alla vita, l'11 ottobre del 1799, e nel pomeriggio di quello stesso giorno alla vita della grazia.
Si formò in un ambiente familiare cristiano e molto semplice.
Partecipò alla vita spirituale della parrocchia. Si distinse per il suo amore verso la Vergine Maria. Da quando aveva 10 anni conobbe la durezza del lavoro per aiutare sua madre, vedova con cinque figli dei quali era la maggiore.
In questo periodo, per esperienza propria, constatò che le bambine, le giovani, le donne avevano scarse possibilità di accesso all'educazione, alla cultura... e si sentì chiamata da Dio a svolgere questo compito.
Figueras (Gerona), fu la sua meta. Città di frontiera con la Francia e bastione militare con il suo famoso castello di armi.
Accompagnata dalla sua fedelissima amica Inés Busquets, nel 1829, si trasferì nella capitale
dell'Ampurdán per aprire la prima scuola femminile, con vasti programmi educativi che superavano abbondantemente il sistema pedagogico per bambini.
Si trattava di una scuola nuova.
A Figueras, iniziò, quindi, in modo esclusivo, il suo apostolato educativo con le bambine.
Lì nacque un carisma nuovo nella Chiesa, un'Opera Apostolica orientata verso l'educazione integrale umana e cristiana delle bambine e delle giovani, verso l'educazione della donna, per salvare le famiglie e trasformare la società.
Le sue seguaci si distingueranno perché fanno professione di un quarto voto di insegnamento.
Sabadell (Barcellona), fu la città dove avvenne il trapianto della sua opera educativa nelle Scuole Pie.
Sappiamo che almeno a partire dal 1837, si sentì del tutto identificata con il carisma di San Giuseppe Calasanzio e volle vivere la spiritualità e le regole calasanziane.
Spinta da questo fine, dopo la fondazione della seconda scuola nella sua città natale (Arenys de Mar, 1842) dove entrò in contatto diretto con i Padri Scolopi di Mataró, aprì una terza scuola a Sabadell nel 1846.
E fu provvidenziale la presenza dei Padri Scolopi, Jacinto Felíu ed Agustín Casanovas, nel collegio di Sabadell.
Con il loro orientamento ed il loro aiuto, in breve tempo, riuscì ad ottenere la struttura canonica scolopica della sua nascente Congregazione.
Il 2 febbraio del 1847, fece professione di Figlia di Maria Scolopia, insieme alle sue prime tre compagne, Inés Busquets, Felicia Clavell e Francisca de Domingo. Nel Capitolo generale, svoltosi a Sabadell, il 14 marzo del 1847, non fu eletta né superiora generale, né assistente generale.
Nel periodo 1829-1859, svolse un'intensa attività, e fondò personalmente 7 scuole: Figueras (1829), Arenys de Mar (1842), Sabadell (1846), Igualada (1849), Vendrell (1850), Masnou (1852) e Olesa de Montserrat (1859).
Ispirò ed aiutò la fondazione di altre 4: Gerona (1853), Blanes (1854), Barcelona (1857) e Sóller (1857). Inoltre fu formatrice delle prime 130 Scolopie della Congregazione, che attraversava un periodo di grande attività di vita e di profetismo.
Olesa de Montserrat (Barcellona), 1859: la sua ultima fondazione personale. Un piccolo e povero paese, ai piedi del Monastero della Vergine di Montserrat, per la quale sentì sempre una grande devozione.
Fu la sua fondazione prediletta, in cui rimase fino alla morte (15 dicembre 1859-26 febbraio 1889).
Furono 30 anni di grazia per e bambine e per le giovani olesane, che godettero della sua testimonianza cristiana e del suo magistero fecondo; per la città di Olesa di Montserrat, arricchita dall'esempio della sua vita totalmente dedicata e santa: "Le volevano bene tutti e la veneravano...."; e per la Congregazione Scolopica: un sì totale a Dio; la pedagogia scolopica in azione ed il vissuto delle virtù che devono caratterizzare l'educatrice scolopica; ed il tramonto di una via in Dio.
Il tracciato della fisionomia spirituale di Madre Paula Montal comprende due sfaccettature: la sua partecipazione alla spiritualità calasanziana ed il suo particolare carisma educativo, orientato verso la formazione umana e cristiana integrale della donna.
Alla sua morte, la Congregazione delle Figlie di Maria Religiose delle Scuole Pie, da lei fondata, era formata da 346 Scolopie che vivevano il carisma educativo scolopico, ereditato dalla loro Fondatrice, in 19 collegi, siti in tutta la geografia spagnola.
Il processo canonico per la sua Beatificazione iniziò a Barcellona, il 3 maggio del 1957.
Il Papa Giovanni Paolo II la beatificò a Roma il 18 aprile del 1993. Il miracolo per la sua Canonizzazione, compiuto nel settembre del 1993, a Blanquizal, un quartiere molto emarginato e violento di Medellín (Colombia), a favore della bambina di 8 anni Natalia García Mora, fu approvato da Papa Giovanni Paolo II il 1 luglio del 2000.
Alla nostra società, lacerata da molte tensioni, e dove il tema dell'educazione integrale per tutti, la promozione della donna, la famiglia, la gioventù, sono temi spinosi ed attuali, spesso irrisolti, la nuova Santa dirige il messaggio della sua vita e della sua opera educativa, messaggio d'amore e di servizio.
Il suo carisma nel XIX secolo, è stato annuncio di amore e speranza, specialmente per la donna, che scopre in lei la madre e la maestra della gioventù femminile.
Ed oggi continua ad essere urgente e piena di attualità, come lo fu allora.
L'opera educativa di Madre Paula Montal Fornés di San Giuseppe Calasanzio, continua oggi nella Chiesa, in particolare attraverso oltre 800 Religiose Scolopie, distribuite in 112 comunità, che educano circa 30.000 alunni in 19 nazioni dei quattro continenti, per la promozione della donna, in modo che  "la civiltà dell'amore" diventi una realtà.
(Fonte: Santa Sede)
Giaculatoria - Santa Paola di San Giuseppe di Calasanzio, pregate per noi.

*Beata Pietà della Croce Ortiz Real (26 febbraio)

Bocairente, Valencia, Spagna, 12 novembre 1842 - 26 febbraio 1916
Spagnola, è la Fondatrice della Congregazione delle Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù. Il loro carisma è amare e servire il Cuore di Gesù nelle bambine orfane, nelle giovani operaie, negli infermi, negli anziani abbandonati.
Martirologio Romano: Ad Alcantarilla vicino a Murcia in Spagna, Beata Pietà della Croce (Tommasina) Órtiz Real, Vergine, che per amore di Dio si dedicò con zelo alla educazione e alla catechesi dei poveri e fondò la Congregazione delle Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù.
Piedad de la Cruz Ortiz Real, figlia di José e di Tomasa, nacque a Bocairente (Valencia) Spagna, il 12 novembre 1842, e fu battezzata il giorno seguente con il nome di Tomasa. Era la quinta di otto fratelli. A scuola si distinse per la pietà, la costanza ed il talento nella musica, nel ricamo e nella recitazione.  A dieci anni fece la Prima Comunione. Con sguardo retrospettivo ella stessa narra così i suoi sentimenti: "Quando ricevetti per la prima volta la Sacra Comunione, rimasi come annichilita e sperimentai come Gesù mi chiamasse alla Vita Religiosa". Questo incontro con Cristo
nella Eucaristia la segnò per sempre. Tomasa desiderò essere del Signore e vivere per lui.
Completò la sua formazione umana e spirituale nel Collegio di Loreto che le Religiose della Sacra Famiglia di Burdeos avevano a Valencia. Quando chiese di entrare nel noviziato di questo Istituto, suo padre, considerando la situazione politica dell’epoca e la giovane età di Tomasa, la obbligò a ritornare a casa.
Tre aspetti caratterizzarono questa tappa della sua vita a Bocairente: lo spirito di pietà e d’orazione, la sua dedizione a fare del bene ai bambini poveri, agli anziani e agli infermi e l’impegno nel dare una risposta a quello che sentì nel suo intimo il giorno della Prima Comunione.
Alla fine, Tomasa, pensò di poter realizzare il sogno della sua vita: consacrarsi al Signore in un convento di Carmelitane di clausura a Valencia. Però un’infermità la obbligò ad abbandonare il noviziato e ritornare alla casa paterna. Una volta ristabilitasi, tentò di nuovo di entrare in un convento di clausura ed ancora accadde lo stesso.
Da questi avvenimenti, Tomasa scoprì che Dio non la voleva per questa strada. Ella gli chiese di vedere chiaramente quale fosse la sua volontà, e la sua preghiera era questa: "Tua, Gesù mio, tua desidero essere, però dimmi dove".
Con la certezza di sentirsi chiamata ad una vita di speciale consacrazione, ma con il dubbio di dove la volesse Dio, Tomasa si diresse a Barcellona. Lì, dopo molte difficoltà, il Signore rispose alla ricerca vocazionale di Tomasa facendole vivere una profonda esperienza mistica, nella quale il Cuore di Gesù, mostrandole il suo costato sinistro insanguinato, le disse: "Guarda come mi hanno messo gli uomini con la loro ingratitudine, vuoi tu aiutarmi a portare questa croce?". Tomasa rispose: "Signore, se hai bisogno di una vittima e mi vuoi, sono qui, Signore". Allora, il Redentore le disse: "Fonda, figlia mia, che su di te e sulla tua Congregazione sempre stenderò misericordia".
Questa esperienza fu determinante per Tomasa, le dette una tale certezza che mai si cancellò dalla sua mente e dal suo cuore. Da questo momento, comprese che Dio le chiedeva di dar vita ad un nuovo Istituto.
La domanda ora, era dove fondare, dove dare una risposta positiva all’invito di Cristo a portare la croce dei più poveri, di coloro che meno contano in questo mondo. Il Vescovo D. Jaime Catalá fu colui che le suggerì di aprire il cuore al suo confessore e di fare ciò che egli le indicava. Con questo gesto, Tomasa, si sottomise con fede alla gerarchia della Chiesa per fare la volontà di Dio.
Le inondazioni del fiume Segura che nel 1884 distrussero i campi della Murcia e le poche Congregazioni religiose in questa zona, la orientarono verso questi luoghi di maggior necessità.
Nel mese di marzo, Tomasa, accompagnata da tre postulanti, partì da Barcellona, verso Puebla de Soto, ad un chilometro da Alcantarilla, per fondare lì, con l’autorizzazione del Vescovo di Cartagena-Murcia, la prima Comunità delle Terziarie della Vergine del Carmen.
Gli abitanti dei campi della Murcia ancora non si erano ripresi dalla tragedia delle inondazioni del 1884, quando sopraggiunse il colera. Tomasa — che nel frattempo aveva preso il nome di Piedad de la Cruz — e le sue Figlie, si moltiplicavano nell’assistere gli infer-mi e le bambine orfane in un piccolo ospedale che chiamò "La Provvidenza".
Giungevano altre giovani, attratte dal modo di vivere di quelle prime Terziarie Carmelitane. La Casa divenne piccola, si dovette comprare quella di Alcantarilla. Si aprì anche una nuova Comunità a Caudete ... Tutto faceva pensare che, alla fine, Tomasa avesse trovato il luogo dove portare a compimento la sua vocazione.
Nonostante ciò ... di nuovo la croce. Era il segno che ella aveva chiesto per sapere che tutto quello fosse di Dio: "Fondare nella tribolazione" e il Cuore di Gesù lo concesse abbondantemente.
Sebbene la Vergine Maria occupasse un posto molto importante nel cuore e nella vita di Tomasa, il suo Carisma era centrato nel Cuore di Cristo. E ... disegni di Dio! Cominciarono alcune tensioni tra le Comunità di Alcantarilla e Caudete, giacché la Congregazione non aveva ancora l’approvazione diocesana.
Nel mese di agosto, le Suore di Caudete si recarono ad Alcantarilla e si presero le novizie, lasciando Madre Piedad sola con Suor Alfonsa. Furono giorni di intenso dolore. La Fondatrice, come sempre, si rifugiò nella preghiera, si prostrò dinanzi al Cristo del Consiglio e lì rimase ore ed ore inchiodata ai suoi piedi. Soffre, però non si spezza, perché la barchetta della sua vita era ben ancorata nel Signore.
Una volta ancora ricorse alla gerarchia ecclesiastica in cerca di orientamento e di luce. Sarà il Vescovo Bryan y Livermore che invierà Tomasa e la sua fedele compagna, Suor Alfonsa, al Convento della Visitazione delle Salesiane Reali a Orihuela per far un mese di esercizi spirituali e per progettare una nuova fondazione, prendendo come protettore un Santo Vescovo. È qui che lo Spirito Santo illuminò vivamente Madre Piedad, mentre la colmava di forza profetica, le mostrava il suo Carisma ed il nome della sua Congregazione, che sarà sotto il patrocinio di San Francesco di Sales.
E... giunse l’ora di Dio. Era l’8 settembre 1890. Nasceva nella Chiesa, dopo molte difficoltà e tribolazioni, la Congregazione delle Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù, una Congregazione dove il Cuore di Gesù desidera essere amato, servito e risarcito dalle offese ricevute dagli uomini. Amare, servire e riparare, vedere il volto del Signore nelle bambine orfane, nella giovani operaie, negli infermi, negli anziani abbandonati ... e aiutarli a portare la croce.
Ci ha lasciato il suo Carisma: Rendere sensibile davanti agli uomini, specialmente i poveri, l’amore del Padre provvidente, manifestato nel Cuore misericordioso di Gesù aperto tra le braccia della Croce.
Sebbene tutta la vita di Madre Piedad sia stata una rinuncia al mondo, non per questo era "fuggita" dal mondo, ma rimase in esso facendo il bene e lottando contro il male. Testimone di ciò furono i tanti matrimoni rotti o sul punto di rompersi, tante giovani che ella andava a cercare nelle fabbriche per formarle nella scuola domenicale, bambine senza famiglia che amò svisceratamente, anziani soli, infermi ...
Visse povera e morì povera, seduta su di una sedia, perché "Quello — diceva indicando il Crocifisso — morì in croce e io non devo morire sul letto, bensì sul pavimento". Spirò con il crocifisso tra le labbra e la santa pace di Dio. Era sabato 26 febbraio 1916.
La gente semplice esclamava con profondo sentimento: "È morta una santa! È morta nostra madre!".
Il 6 febbraio 1982 fu aperto nella Diocesi di Cartagena-Murcia il Processo di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio.
Il 7 maggio 1983 fu chiuso detto Processo che, trasferito a Roma, ottenne la validità il 3 febbraio 1984.
Dopo uno studio esaustivo sulle virtù praticate da Madre Piedad, il 1° luglio 2000, in Vaticano, alla presenza di Sua Santità Giovanni Paolo II, fu promulgato il Decreto sulle sue Virtù Eroiche ed il 12 aprile 2003 il Decreto su un miracolo, dando così il via alla Beatificazione in Roma il 21 marzo 2004.

(Fonte: Santa Sede)
Giaculatoria - Beata Pietà della Croce Ortiz Real, pregate per noi.

*San Porfirio di Gaza - Vescovo (26 febbraio)

È un Santo che ha legato il suo nome alla città di Gaza, luogo tormentato e al centro delle cronache in questi ultimi anni ma per il cristianesimo anche culla di un'importante filone monastico nei primi secoli. Porfirio era nato intorno al 347 in un'agiata famiglia di Tessalonica.
A 31 anni decise di abbracciare la vita monastica e ritirarsi nel deserto di Scete in Egitto. Da qui, cinque anni più tardi, raggiunse pellegrino Gerusalemme, dove distribuì tutti i suoi beni ai poveri. Rimasto molto colpito dal suo comportamento, il vescovo di Gerusalemme, Giovanni, nel 392 lo ordinò sacerdote a 45 anni, affidandogli la custodia delle reliquie della Santa Croce. Tre anni dopo, alla morte del vescovo Eneo, fu chiamato a succedergli a Gaza, dove guidò per 25 anni questa piccola comunità. Morì il 26 febbraio 420. (Avvenire)
Etimologia: Porfirio = purpuroe, vermiglio, dal greco
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Gaza in Palestina, San Porfirio, vescovo, che, nato a Tessalonica, visse cinque anni da anacoreta a Scete e altrettanti oltre il Giordano, distinguendosi per la benevolenza verso i poveri; ordinato poi vescovo di Gaza, abbattè molti templi dedicati agli idoli, dai cui seguaci era stato a lungo vessato, finché degno di venerazione trovò riposo nella pace dei santi.
La ‘Vita’ di San Porfirio fu scritta dal discepolo Marco, di professione calligrafo e suo diacono a Gaza in Palestina, quindi suo contemporaneo; Marco la scrisse dopo qualche anno dalla morte di Porfirio, verso il 424, lontano da Gaza, pertanto essa è valutata veritiera al novanta per cento.
Porfirio nacque da una agiata famiglia nel 347 a Tessalonica, antico nome di Salonicco in Grecia. A 31 anni. nel 378, lasciò il mondo e si ritirò nel deserto di Scete in Egitto per abbracciare la vita monastica.
Rimase lì per cinque anni, poi si spostò in Palestina dove visse altri cinque anni in una grotta vicino al fiume Giordano; l’estenuante regime di austerità cui si era sottoposto, lo aveva ridotto, ancora giovane in un precario stato di salute.
Volle visitare i Luoghi Santi a Gerusalemme, ma lo dovettero trasportare e in questa città conobbe Marco che si mise al suo fianco ad assisterlo. Avendo lasciato in Grecia dei fratelli minori e preoccupato che la sua morte poteva creare problemi di eredità del suo patrimonio, inviò Marco a risolvere per suo conto le questioni; al suo ritorno il discepolo lo ritrovò guarito miracolosamente, guarigione avvenuta durante la visita al Calvario; Porfirio distribuì i suoi beni non solo a Gerusalemme e nei villaggi vicini, dandone una buona parte ai monasteri d’Egitto che erano molto poveri.
Rimasto a causa della sua generosità, completamente povero, si mise a fare il ciabattino per vivere. Aveva 45 anni quando nel 392, il vescovo di Gerusalemme, Giovanni, avendo sentito parlare di lui, lo ordinò sacerdote affidandogli la custodia delle reliquie della Santa Croce.
Marco nel descriverlo dice: “Uomo senza macchia, dolce, pietoso, possedeva più degli altri il dono di interpretare la Sacra Scrittura, di contrastare gli eretici; amava i poveri, si commuoveva facilmente fino alle lacrime”. Dopo la morte nel 395 di Eneo, vescovo di Gaza, fu chiamato a succedergli, venendo consacrato vescovo dal metropolita di Cesarea di Palestina.
La comunità di Gaza era piccola ma un primo prodigio, quello di aver ottenuto la pioggia, fece aumentare il suo gregge con la conversione di più di cento pagani; ma la pratica dell’idolatria proseguiva e lui veniva continuamente contrastato, mandò Marco a Gerusalemme, che con l’aiuto di San Giovanni Crisostomo, poté ottenere un’ordinanza imperiale per la chiusura dei tempi idolatrici di Gaza.
Questa disposizione non fu però messa in pratica completamente e nonostante le nuove conversioni, avvenute per i suoi poteri taumaturgici, le angherie ed i maltrattamenti verso i neofiti si intensificarono.
Porfirio fu costretto a partire per Costantinopoli insieme al metropolita di Cesarea, per recarsi a perorare di persona la causa cristiana al palazzo imperiale.
Guadagnarono alla loro causa l’imperatrice Eudossia, che da poco aveva partorito il futuro Teodosio II; dopo aver battezzato il neonato, il 18 aprile 402, si imbarcarono per il ritorno portando con loro un nuovo decreto per la distruzione dei templi idolatrici, e la concessione di privilegi accordati ai luoghi di culto cristiani.
Questa volta l’editto fu rispettato e Porfirio poté costruire delle chiese sulle rovine dei templi, nel contempo la sua fama di taumaturgo si espanse con miracoli operati senza sosta, come quello dei tre fanciulli ripescati sani e salvi da un pozzo.
Dopo aver condotto la diocesi per ancora molti anni e dopo aver raccomandato a Dio i membri del suo gregge, si addormentò nel Signore il 26 febbraio 420, dopo circa 25 anni di episcopato, a 73 anni di età.
Il nome Porfirio proviene dal greco ‘Porph_rios’ con il significato di “purpureo, color porpora”.

(Autore: Antonio Borrelli – Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Porfirio di Gaza, pregate per noi.

*Beato Roberto Drury - Martire (26 febbraio)
Scheda del gruppo a cui appartiene:
“Beato Giorgio Haydock - Sacerdote e martire”
Egerley, Inghilterra, 1568 circa - Tyburn, Inghilterra, 26 febbraio 1607
Robert Drury fu beatificato da Giovanni Paolo II nel 1987.
Martirologio Romano: A Londra in Inghilterra, Beato Roberto Drury, sacerdote e martire, che, ingiustamente accusato di congiura contro il re Giacomo I, a Tyburn, indossato l’abito ecclesiastico per dimostrare la dignità sacerdotale, patì per Cristo il supplizio del patibolo.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - Beato Roberto Drury, pregate per noi.

*San Vittore - Eremita (26 febbraio)
Martirologio Romano: Ad Arcis-sur-Aube nella Champagne in Francia, San Vittore, eremita, di cui San Bernardo ha tessuto l’elogio.
(Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria - San Vittore, pregate per noi.

*Altri Santi del giorno (26 febbraio)
*San
Giaculatoria - Santi tutti, pregate per noi.

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